Apnee ostruttive del sonno (OSAS) nei piccoli.

Il tuo bimbo russa di notte, fa fatica a concentrarsi di giorno? Potrebbe soffrire della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), un problema che può avere importanti conseguenze sulla sua salute.

Oggi si celebra la GIORNATA MONDIALE DEL SONNO, un’occasione in più per aumentare la consapevolezza a proposito di questo problema così importante per la salute dei piccoli.

 

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno si caratterizza per ripetuti episodi di ostruzione del flusso d’aria attraverso le viee aeree superiori che interrompono la normale ventilazione durante la notte.

Le conseguenze di questo problema possono essere molto importanti per la salute e per lo sviluppo dei bambini.

Se non viene riconosciuta e trattata, la sindrome delle apnee ostruttive del sonno nel bambino può comportare deficit neuro-cognitivi, ritardo nell’accrescimento staturale, alterazioni comportamentali, un aumentato rischio di otiti e, nei casi più gravi, un aumentato rischio di diabete e malattie cardiovascolari.

 

Quali sono i sintomi da non sottovalutare? 

Esistono segnali specifici che possono far sospettare ai genitori che c’è qualcosa che non va nel sonno del proprio bambino.

Eccoli elencati per punti.

SEGNI E SINTOMI NOTTURNI:
  • russamento abituale;
  • sonno agitato;
  • acquisizione di posizioni anomale durante il sonno (per poter facilitare la respirazione);
  • enuresi notturna (pipì a letto).

 

SEGNI E SINTOMI DIURNI:
  • la maggior parte dei bambini con OSAS non presentano sonnolenza diurna (questa è una delle principali differenze con l’adulto);
  • anomalie comportamentali come iperattività, aggressività, scarsa performance scolastica;
  • scarsa capacità di concentrazione;
  • respirazione prevalentemente orale;
  • cefalea mattutina.

 

RICORRENTI CARATTERISTICHE DEL VOLTO:

I bambini con problemi respiratori del sonno, rispetto ai bambini sani, presentano più frequentemente anomalie cranio-facciali come:

  • la faccia adenoidea (viso allungato con labbra ipotoniche e aloni bluastri sotto gli occhi);
  • denti affollati per palato stretto;
  • mento arretrato;
  • denti sporgenti;
  • incompetenza labiale a riposo (incapacità a tenere le labbra a contatto in condizione di riposo).

 

Quali sono i fattori di rischio? 

Ci sono varie condizioni che concorrono allo sviluppo della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) nel bambino.

Eccole riassunte per punti:

 

Che cosa fare se si sospetta che il proprio bambino abbia apnee ostruttive del sonno?

Nel caso si sospetti che il proprio bambino abbia apnee ostruttive del sonno la prima cosa da fare è rivolgersi al Pediatra, che valuterà la situazione dal punto di vista clinico e anamnestico, raccogliendo informazioni dettagliate sulle abitudini del bambino durante il sonno e la veglia.

Nel caso il Pediatra sospettasse la presenza di apnee ostruttive del sonno, potrebbe consigliare ai genitori di approfondire lo studio del problema con esami strumentali come la Polisonnografia (PSG), la Poligrafia (PG) o l’ossimetria notturna. Si tratta di esami non invasivi, che prevedono la registrazione durante il sonno di alcuni parametri fisiologici del bambino e che permettono di identificare la presenza e la gravità della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

Data la multifattorialità di questa sindrome, l’approccio diagnostico e terapeutico potrebbe necessitare di valutazioni multidisciplinari, in questo caso il Pediatra potrebbe riferire il piccolo paziente a neurologi, pneumologi, dietologi, otorinolaringoiatri, odontoiatri o ortodontisti esperti in disturbi del sonno.

 

Come si interviene nel caso venga diagnosticata la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS)?

L’approccio terapeutico dipende dalla severità e dalla durata dei sintomi nonché dalle cause principali del problema.

 

In caso OSAS dovuta principalmente a ipertrofia adenotonsillare (la più frequente nei bimbi), le Linee Guida Ministeriali propongono come terapia di prima scelta l’adenotonsillectomia, soprattutto nelle situazioni moderate e severe.

Le stesse Linee Guida Ministeriali sottolineano, però, come questo intervento possa in alcuni casi NON essere risolutivo.

Nei casi di ipertrofia adenotonsillare consigliano dunque di verificare, prima dell’intervento chirurgico, che non vi siano contestuali problemi di tipo ortodontico come il palato stretto o il mento arretrato (ipoplasia mandibolare)

In questi casi il trattamento si basa preliminarmente sull’utilizzo di apparecchi ortodontici che permettono la correzione delle anomalie di accrescimento scheletrico delle ossa del volto (con successiva rivalutazione dell’esito della terapia e possibile integrazione con adenotonsillectomia, se necessario).

In particolare, a proposito del palato stretto le Linee Guida Ministeriali dicono:

L’espansione palatale rapida può migliorare la qualità della vita dei bambini con disordini respiratori del sonno e con mascellare superiore contratto.

Già da tempo sono stati dimostrati gli effetti positivi di tale manovra ortodontica sui sintomi di bambini affetti da OSAS, sia con prove di funzionalità respiratoria sia con registrazioni polisonnografiche.

 L’espansione palatale rapida ha:

  • un effetto positivo sulle vie aeree faringee superiori (Aloufi et al, 2012);
  • modifica il complesso dei tessuti molli naso-mascellari (Altorkat et al, 2014);
  • diminuisce le resistenze nasali (Basciftci et al, 2002);
  • migliora la saturazione di ossigeno (Fastuca et al, 2015);
  • aumenta il volume nasale (Doruk et al, 2007);
  • ha effetti favorevoli sulla crescita del complesso mascellare (Farronato et al, 2012); 
  • migliora la ventilazione nasale (Iwasaki et al, 2012);
  • migliora la postura linguale (Iwasaki et al, 2013);
  • migliora la funzione dell’orecchio medio (Micheletti et al, 2012);
  • migliora la pervietà delle vie nasali (Pirelli P et al, 2010).

Inoltre, l’espansione ortopedica del mascellare superiore, sembra ridurre l’ipertrofia tonsillare sia per l’allargamento dello spazio faringeo da cui le tonsille appaiono relativamente più piccole, sia per la migliorata respirazione nasale, che riduce l’incidenza delle malattie delle vie aeree (Villa et al, 2002).”

 

Altre tipologie di OSAS possono beneficiare di un trattamento farmacologico con antinfiammatori.

In caso di OSAS correlate ad obesità, il trattamento contempla il controllo del peso del bambino.

Nei casi di OSAS molto severi, dove gli episodi di apnea si ripetono spesso e durano a lungo facendo calare la concentrazione di ossigeno nel sangue, può essere necessario ricorrere alla cosiddetta terapia ventilatoria CPAP, un trattamento meccanico che prevede l’applicazione al viso del bambino, durante la notte, di una maschera collegata ad un dispositivo che pompa aria nelle vie aeree superiori quando percepisce che è in corso un blocco della respirazione.

 

Le OSAS rappresentano una patologia respiratoria relativamente frequente. 

Riconoscerne i sintomi, oltre a favorire una diagnosi precoce, consente di limitare il rischio di sviluppare complicanze. 

 

Nella foto che segue:
La Dott.ssa Silvia Rapa al “Corso residenziale per l’Odontoiatra – Esperto in medicina del sonno” tenutosi recentemente nel Centro Universitario di Bertinoro.