Succhiamento di ciuccio e dito: quando e come abbandonare questa abitudine? [VIDEO]

Alcune ecografie lo mostrano chiaramente: i bambini si succhiano il dito già nella pancia della mamma.

Quella di succhiare è quindi un’attività del tutto naturale e, nei i bimbi molto piccoli, ha importanti effetti benefici.

Tuttavia, per evitare alterazioni allo sviluppo della bocca e dei denti, il ciuccio e il dito, compagni inseparabili dei primi anni di vita, ad un certo punto… vanno salutati.
Ma quando e come è meglio agire?

Ciuccio e dito: quando e perché sospendere l’abitudine al succhiamento?

Rilassa, contribuisce alla regolazione del battito cardiaco e del ritmo sonno-veglia, fa sentire il bambino al sicuro. 

L’abitudine a succhiare il dito e ad utilizzare il ciuccio è naturale ed ha un valore prezioso nei primi mesi di vita, grazie ai suoi innumerevoli effetti positivi.

Tuttavia, questi amici ad un certo punto vanno salutati e lasciati andare, all’interno di un percorso di crescita nel quale i genitori giocano un ruolo molto importante. 

Il Ministero della Salute raccomanda di ridurre il succhiamento a partire dai 2 anni di età e sospenderlo entro i 3 anni, questo per limitare possibili alterazioni dello sviluppo di bocca e denti, che possono causare problemi funzionali ed estetici.

Quando il succhiamento può diventare un problema?

Il motivo per cui viene raccomandata l’interruzione di questa abitudine entro i 3 anni di età è legato alle conseguenze che il succhiamento può comportare, soprattutto se protratto nel tempo. 

Il ciuccio o il dito spinge progressivamente la parte anteriore della bocca in alto e in avanti cosa che può causare diverse tipologie di malocclusioni, come ad esempio la sporgenza dei denti superiori, il morso aperto e il palato stretto.

Naturalmente non tutti i bambini che succhiano il dito o il ciuccio avranno questo tipo di problemi.  Molto dipende da quanto questa abitudine è intensa e frequente durante il giorno, da quanto a lungo viene mantenuta, ma, anche, dalle caratteristiche costituzionali del piccolo.

Quali sono i segnali che possono far sospettare ai genitori che sia in atto una alterazione nello sviluppo dei denti del loro bambino dovuta al succhiamento?

Ecco alcune caratteristiche dentali che possono essere effetto di un succhiamento prolungato:

  • sporgenza dei denti superiori;
  • presenza di spazi tra un dente e l’altro (nel settore anteriore);
  • palato stretto;
  • morso aperto, ovvero i denti anteriori delle due arcate non si toccano quando i denti posteriori sono a contatto.

Ci si può accorgere che qualcosa non va anche osservando alcune caratteristiche del volto, della deglutizione e della pronuncia del bambino. Si può notare, ad esempio:

  • sporgenza dei denti superiori nel sorriso;
  • difficoltà a tenere chiuse le labbra a riposo;
  • difficoltà di deglutizione : in questi casi si nota che il bambino posiziona la lingua tra gli incisivi e contrae i muscoli delle labbra e del mento mentre deglutisce.
  • difetti di pronuncia: Alcuni difetti di pronuncia, come quello della “s”, possono essere favoriti dalla presenza di un morso aperto o di denti superiori troppo inclinati verso l’esterno. Tuttavia, la posizione dei denti non è l’unica responsabile delle modalità di pronuncia; queste, infatti, sono spesso legate ad aspetti di coordinamento neuro-muscolare. Una visita specialistica ortodontica può essere importante per comprendere la natura del problema. In questi casi, può essere utile una valutazione multidisciplinare con il coinvolgimento del pediatra, logopedista, otorino ecc. 
Ciuccio e dito : quando è essere necessario ricorrere alle terapie ortodontiche?

Se il succhiamento viene sospeso presto, le eventuali alterazioni a bocca e denti si possono risolvere spontaneamente nel giro di pochi mesi.

Se invece questa abitudine si protrae nel tempo può essere necessario ricorrere all’apparecchio ortodontico, ma solo al momento giusto e dopo che il bambino ha interrotto definitivamente il succhiamento.

L’importante è affidarsi all’esperienza di specialisti in grado di valutare tempi, modalità e tipologie di trattamento, in un’ottica complessiva che tenga conto di più fattori, e che, soprattutto, pesi adeguatamente il rapporto costo – beneficio delle cure per evitare trattamenti lunghi o poco efficaci.

Generalmente:

  • nel caso di palato stretto, si interviene, tra i 7 e i 10 anni circa, con un apparecchio ortodontico che allarga l’arcata superiore correggendo la masticazione;
  • nel caso di denti sporgenti, si interviene solitamente tra gli 8 e 12 anni. La terapia si pone l’obiettivo di riportare i denti dell’arcata superiore all’interno della bocca, con vantaggi funzionali ed estetici ma soprattutto proteggendo in questo modo i denti dal rischio di frattura in caso di trauma accidentale ;
  • in caso di morso aperto, tra i 7 e i 10 anni, si ricorre ad apparecchi ortodontici che portano i denti superiori a toccare i denti inferiori, con benefici sulla funzione masticatoria e deglutitoria.
Abbandonare ciuccio e dito: cosa possiamo fare noi genitori?

Quando arriva il momento di abbandonare questi amici preziosi, il ruolo dei genitori è decisivo. 

A seconda dell’età del bambino, mamma e papà hanno il compito di accompagnare il piccolo in questo processo naturale di distacco.

L’esperienza ci insegna che aiutare i bimbi in questo momento di crescita può non essere così facile per i genitori.

Cosa dire ? Cosa non dire ? 

Per questo abbiamo posto alcune domande alla Dott.ssa Marina Zanotta, psicologa dell’età evolutiva, responsabile dell’area materno-infantile dell’Associazione Alice Onlus, per avere strumenti in più da mettere in atto durante la vita di tutti i giorni in famiglia.

Sul tema del succhiamento esiste un “manuale di istruzioni” per i genitori?

Per essere bravi genitori non è richiesta la perfezione e non esiste un manuale di istruzioni. 

Nella delicata fase della crescita dei nostri figli è importante fare attenzione ai messaggi e alle risposte che diamo loro. 

Quando arriva il momento di aiutare il bambino a salutare il ciuccio o il dito, è necessario usare frasi e rinforzi positivi, che contribuiscano a far sentire il bambino protagonista di un bellissimo percorso di crescita che lo porterà a diventare grande. In questo modo si sentirà incoraggiato ad abbandonare abitudini adatte ai bambini più piccoli. 

Bello dire: “Bravissimo, ho notato che ora che stai diventando grande usi molto di meno il ciuccio”. Meglio evitare, invece, di sottolineare la crescita come un motivo per cui provare vergogna, come potrebbe accadere dicendo: “Ora che sei diventato grande il ciuccio non si usa più! ”.

Rimedi popolari si o no? 

Meglio ridurre l’uso di tutti quei metodi che mortificano il bambino sottolineando le sue difficoltà. No quindi a smalto amaro sulle unghie, succo di limone sul ciuccio, sparizioni improvvise del ciuccio o fasciature forzate del dito che il bambino succhia. 

Quando il distacco è difficile e il succhiamento si protrae oltre i 3 anni è importante aiutare i bambini ad esprimere a parole quello che provano nelle situazioni in cui sentono l’esigenza di succhiare, per poi cercare di produrre lo stesso effetto attraverso modalità nuove.

E se l’abitudine al succhiamento si protrae troppo a lungo, magari fino ai 6 anni e oltre?

I bambini sono tutti diversi e così le loro famiglie. 

Pur tenendo presente le linee guida, spetta ai genitori il compito di comprendere le esigenze specifiche del proprio bambino per stabilire se è opportuno lasciargli del tempo in più per abbandonare il ciuccio o il dito.

Elaborare emozioni, magari legate ad un evento o ad una particolare situazione familiare, può richiedere tempo. Usare il ciuccio e succhiare il dito in questi casi può rappresentare per il bambino un aiuto per superare un momento di particolare difficoltà.

I genitori possono in queste situazioni stimolare il bimbo ad esprimere a parole il suo disagio, offrendo il loro appoggio ed eventuali alternative.

Se l’esigenza di succhiare va avanti troppo a lungo può essere utile confrontarsi con il proprio pediatra o con un esperto dell’età evolutiva.

Il vostro bambino succhia il dito o il ciuccio e avete dei dubbi sul corretto sviluppo della sua bocca e dei suoi denti? 

Una visita specialistica ortodontica può aiutare mamme e papà ad individuare eventuali problemi e a valutare le migliori strategie di prevenzione e correzione.